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Protocollo clinico

Un protocollo clinico per ogni situazione

Il protocollo suggerito può essere schematizzato nel seguente modo:

  1. Esclusione di controindicazioni al trattamento implantare: 
    Qualsiasi pianificazione implanto-protesica non può prescindere da un’accurata valutazione delle condizioni di salute generale del paziente, che esula dallo scopo di questa pubblicazione
     
  2. Valutazione preliminare clinica e radiografica del sito da trattare:
    Una prima valutazione del sito da trattare consentirà un generale inquadramento del caso stesso e guiderà gli step successivi
     
  3. Pianificazione protesica: 
    In presenza di difetti ossei, l’analisi dei modelli in gesso, associata alla ceratura diagnostica eseguita dall’odontotecnico consentirà di visualizzare le unità dentali che devono essere ripristinate e, al tempo stesso, definire con precisione l’entità del difetto alveolare. Idealmente la ceratura diagnostica dovrebbe quindi permettere di visualizzare sia i denti che devono essere riabilitati, sia la correzione del difetto (Figure 1-3).
    La ceratura diagnostica può inoltre consentire la realizzazione di un mock-up e quindi la previsualizzazione del risultato nel cavo orale del paziente, rendendo più efficace la comunicazione con quest’ultimo (Figure 4-6).
    Inoltre, sulla base della ceratura diagnostica verrà realizzata una dima diagnostica con reperi radiopachi con la quale il paziente sarà sottoposto ad indagine radiografica 3D (Figure 7-8).
     
  4. Verifica di fattibilità chirurgica:
    L’indagine radiografica 3D (Dentalscan o Cone Beam) eseguita con una dima diagnostica in situ, consentirà di verificare la possibilità di inserire gli impianti in modo protesicamente guidato.

In base alla valutazione di fattibilità chirurgica si possono delineare quattro Scenari clinici

I Situazione di atrofia ossea rilevante
II Situazione di atrofia ossea moderata
III Situazione di atrofia ossea lieve
IV Presenza di un difetto esclusivamente cosmetico

Situazione di atrofia ossea rilevante

L’entità del difetto è tale da non consentire l’inserimento implantare protesicamente guidato.

E' necessario adottare una tecnica in due tempi e l’inserimento implantare dovrà essere preceduto da una ricostruzione del sito mediante tecniche di incremento osseo. La pianificazione protesica consentirà una più precisa pianificazione della chirurgia ricostruttiva e la scelta della tecnica ricostruttiva stessa.

L’utilizzo della dima diagnostica (ottenuta dalla ceratura di diagnosi) consentirà inoltre di eseguire una ricostruzione ossea strettamente correlata al progetto implanto-protesico. La stessa dima potrà essere utilizzata successivamente nel secondo tempo chirurgico per guidare l’inserimento degli impianti nel sito ricostruito.


Situazione di atrofia ossea moderata

L’anatomia del processo alveolare consente l’inserimento dell’impianto in posizione protesicamente guidata e la stabilità primaria dell’impianto può essere raggiunta.

Una parte dell’impianto però, solitamente sul versante vestibolare, non sarà ricoperta da tessuto osseo. A seconda della localizzazione (apicale o coronale) della parte esposta dell’impianto si determina una fenestrazione o una deiscenza peri-implantare, che verrà corretta contestualmente al posizionamento dell’impianto mediante una tecnica di Rigenerazione Ossea Guidata.

In molti casi è suggerita anche una tecnica di aumento dello spessore dei tessuti molli mediante un innesto di connettivo.


Situazione di atrofia ossea lieve

Il grado di atrofia presente è lieve ed è possibile eseguire l’inserimento dell’impianto in posizione protesicamente guidata.

In questa situazione clinica l’impianto è completamente circondato da tessuto osseo: tuttavia lo spessore dell’osso che ricopre la superficie implantare è esiguo ed è raccomandato l’utilizzo di una tecnica di incremento osseo per migliorare la prognosi a lungo termine degli impianti e per migliorare l’aspetto cosmetico finale della riabilitazione.

In molti casi è suggerita anche una tecnica di aumento dello spessore dei tessuti molli mediante un innesto di tessuto connettivo.

 


Difetto esclusivamente cosmetico

Il volume osseo presente consente l’inserimento dell’impianto in modo protesicamente guidato e non è indispensabile aumentarne lo spessore.

Quest’ultimo infatti è sufficiente a garantire il mantenimento dell’impianto a lungo termine. In presenza di un difetto di tipo cosmetico, questo può essere corretto anche solo ricorrendo ad aumento di spessore dei tessuti molli, mediante un innesto di tessuto connettivo.